C’era una volta una piccola bottega nel centro di Modena dove le carni più genuine venivano lavorate con cura da nonno Emilio per diventare salumi artigianali di qualità; era il 1919 e quella passione per le cose buone è rimasta immutata per tre generazioni nella famiglia Palmieri.
L’arte di fare salumi si è tramandata al figlio Carlo, che giovanissimo decise di fare nel salumificio degli zii l’esperienza che mise a frutto nel 1961 quando realizzò il suo sogno: aprire un’attività in proprio, trasferendosi nella Bassa Modenese ed avviando una produzione ancora artigianale di mortadelle, salami, ciccioli, pancette, coppe, utilizzando le carni dei suini che allevava e macellava.
Oggi lo chiamano controllo di filiera, ma per papà Carlo era il desiderio di creare un prodotto unico e genuino, a partire dalla qualità della materia prima.
Il lavoro aumentava, gli spazi non erano più sufficienti e negli anni ’70 l’azienda si trasferì a San Prospero dove assieme ai figli pose le basi per l’attuale stabilimento che occupa un’area di circa 30.000mq. Modernamente ricostruito dopo il tragico evento del terremoto 2012, lo stabilimento vanta una capacità produttiva di oltre 100 tonnellate di carni alla settimana.
Oggi Salumificio Palmieri è riconosciuto sui mercati italiani ed esteri come marchio di riferimento nella produzione di mortadelle di qualità e anche precotti come: zampone, cotechino e stinco. In quest’ultimo ambito, in particolare, ha sviluppato una forte specializzazione a favore delle Private Label, riuscendo ad assicurare i massimi livelli di servizio alla clientela più esigente.
Il tutto senza rinunciare all’antica e testarda passione per il prodotto, che contraddistingue l’approccio irrinunciabile della famiglia Palmieri al proprio mestiere.
La rinascita dopo il terremoto
Ecco un filmato recente della Regione Emilia Romagna su “Sisma Emilia, sei anni di ricostruzione: le imprese ripartono”